Lo abbiamo ribadito tantissime volte, perché viaggiamo in moto?
Quante risposte abbiamo dato a questa domanda e quante, ancora, potremmo darne.
Personalmente e come ho ribadito in altre occasioni, la risposta più semplice nasce dal desiderio di restare ragazzi, bambini, con la voglia discoprire, col desiderio di conoscere e condividere le nostre emozioni. Poco importa la moto guidata, sia essa una super costosa piuttosto che una economica, sia essa appena uscita da un concessionario o che sia una moto vissuta. Ciò che realmente ha valore è la possibilità che la nostra moto ci dà per farci sentire degli eterni ragazzi.
Durante i nostri viaggi, non ci limitiamo a percorrere solo le strade, seppur piene di sorprese, di curve, che ci danno quell’adrenalina che ci spinge a sentirci un “pezzo unico” … noi e la moto.
Tra ciò che amiamo di più c’è la voglia di condividere qualche luogo, oppure… l’incontro con qualche persona con la quale amabilmente confrontarci o ascoltare. Già ascoltare, i tempi moderni, in qualche modo ci hanno allontanato da questo, siamo diventati troppo presi da noi ed in tanti casi ci sentiamo i soli portatori sani della verità. Ma questa è una mia considerazione personale e nulla più.
Come scrivevo, durante i viaggi ricerchiamo dei luoghi “unici”, ad esempio, in Tunisia amiamo fermarci per delle ore nel deserto, attorno ad un fuoco, a raccontare una parte di noi. Oppure in Grecia, vicino Naoussa, dove sorge l’istituto di Aristotele.
Proprio in quel posto ci piace immaginare il grande filosofo camminare, mentre racconta il senso della vita al suo allievo più importante, che fu Alessandro il macedone divenuto “il magno”.
Tutte le volte che raggiungiamo questo luogo, e parcheggiamo le nostre moto, amiamo metterci a piedi scalzi, come se volessimo sentire l’energia che quelle “quattro pietre rimaste” continuano ad emanare.
Non ci arroghiamo il diritto d’essere dei filosofi, anni di studi occorrono prima di potersi fregiare di questo titolo, ma, in fondo, la filosofia potrebbe essere il quotidiano, potrebbe essere l’esperienza vissuta e ciò che da essa abbiamo dedotto ed appreso.
Giunti lì, ci piace raccontare una storia, una leggenda che, purtroppo, temo sia divenuta attuale ai giorni nostri…
Raccontava Esiodo che, Zeus, re degli dei e figlio di Crono (il tempo), per vendicarsi di Pandora le regalò uno scrigno, un vaso, laddove aveva racchiuso tutti i mali del mondo, tutti i mali che avrebbero afflitto gli uomini. Intimandole di non aprirlo mai.
La vendetta nasceva dal fatto che Zeus era certo che Pandora, in quanto donna, fosse curiosa… e così fu.
Pandora aprì il vaso e tutti i mali, gli spiriti maligni, vennero fuori: la “vecchiaia”, “gelosia”, “malattia”, “pazzia” e il “vizio”. Sul fondo del vaso ne rimase soltanto uno che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo… questo era la speranza.
La terra divenne arida, gli uomini si misero l’uno contro l’altro diedero il peggio di loro. A quel punto Pandora decise di riaprire il vaso e la speranza poté uscire fuori ed il mondo riprese a vivere.
Questi ultimi mesi sono stati, per molti di noi, davvero difficili, proviamo ad attingere dall’esperienza, dalla storia, o addirittura dalle leggende… poniamo speranza nel nostro futuro, non molliamo mai e sicuramente ritorneremo a vivere, ritorneremo con le nostre moto in giro per il mondo ed alla scoperta di esso.
Buona strada sempre
Peppe Pagano
Motoexplora Tour Operator