Motoexplora - Viaggi in moto
Close

GS: Quarant’anni di equilibrio perfetto

GS: Quarant’anni di equilibrio perfetto

Se un modello di moto continua, dopo più di quarant’anni, a essere un successo mondiale, un motivo deve pur esserci.
Era il 1980 quando, al Salone di Colonia, BMW presentò la R 80 G/S, una moto destinata a cambiare per sempre il concetto di versatilità su due ruote.

Fino ad allora, le moto da viaggio capaci di offrire comfort, anche in coppia e con bagagli, avevano un utilizzo quasi esclusivamente stradale. In quegli anni, inoltre, il mercato era dominato da modelli sportivi, agili ma poco adatti alle lunghe percorrenze. Poi arrivò lei: la G/S, acronimo di Gelände/Straße, “sterrato/strada”. Già nel nome c’era la promessa di una moto pronta ad affrontare qualsiasi terreno, senza compromessi.

L’evoluzione di un’icona

Nel corso dei decenni, la serie GS ha saputo evolversi senza mai tradire la propria identità. Tecnologia, elettronica, comfort e sicurezza sono cresciuti di pari passo, facendo della GS un punto di riferimento assoluto nel mondo delle enduro stradali.
Naturalmente, molte altre case motociclistiche hanno seguito la stessa filosofia, sviluppando modelli che ne hanno ripreso il concetto: moto tuttofare, capaci di portarti ovunque, dal viaggio avventuroso al tragitto quotidiano.

Negli ultimi anni, poi, lo scenario motociclistico si è ulteriormente ampliato con l’arrivo delle moto “made in China”, spesso commercializzate con marchi storici italiani. Si tratta di prodotti sempre più curati, accessibili e in crescita qualitativa, ma che difficilmente riescono a eguagliare la solidità progettuale e l’identità tecnica costruita in decenni da marchi come BMW.

Il nuovo GS 1300: innovazione o rischio di gioventù?

Con l’arrivo del nuovo R 1300 GS, BMW ha spinto ancora più in alto l’asticella dell’innovazione. Nuovo motore, telaio alleggerito, sospensioni elettroniche di ultima generazione e un’elettronica di bordo da astronave promettono un’esperienza di guida senza precedenti. Tuttavia, come spesso accade con le rivoluzioni tecniche, i primi esemplari hanno evidenziato alcune criticità che meritano attenzione.

Sono state segnalate problematiche al motore, in particolare legate al serraggio delle viti delle teste di biella, che in alcuni casi hanno richiesto la sostituzione completa del propulsore. BMW ha gestito rapidamente la situazione, ma l’episodio ha sollevato qualche dubbio sulla robustezza strutturale di questa nuova generazione.

A questi si aggiungono segnalazioni relative a guasti elettrici nel blocchetto destro del manubrio, dove infiltrazioni d’umidità possono causare malfunzionamenti o spegnimenti improvvisi. BMW ha avviato una campagna di richiamo preventiva, ma il fatto che il problema emerge su una moto così tecnologicamente avanzata fa riflettere.

Anche il relè dell’avviamento è stato oggetto di un richiamo, e alcuni utenti hanno segnalato rotture dei raggi posteriori, oltre a problemi al cardano. Si tratta di episodi isolati, ma che in un contesto così sofisticato contribuiscono a un interrogativo legittimo: la ricerca esasperata della leggerezza e dell’elettronica può mettere a rischio quella solidità meccanica che da sempre è il marchio di fabbrica del GS?

Al momento, i test su lunga percorrenza non sono ancora sufficienti per valutare la durabilità reale del nuovo motore e delle componenti elettroniche più delicate. Come sempre, sarà il tempo — e i chilometri — a decretare se il 1300 saprà meritare la stessa reputazione di affidabilità del suo predecessore.

L’equilibrio come forza

Chi conosce il GS sa che non è una moto che eccelle in un’unica disciplina. Non è la più estrema in off-road — dove KTM, ad esempio, ha una vocazione più specialistica — né la più potente o veloce, come certe Ducati. Ma è proprio questo equilibrio, questo essere “ottima in tutto e imbattibile nel complesso”, a farne una regina.

Se dovessimo darle un voto da 1 a 10, il GS meriterebbe un solido otto costante in ogni categoria. E in un mondo dove l’eccellenza assoluta in un solo campo spesso comporta compromessi altrove, questa costanza diventa la sua vera forza.

Tecnica, emozione e mito

A contribuire al suo successo c’è anche la raffinata tecnica BMW. Il Telelever, brevetto della casa tedesca che separa le funzioni di sterzo e sospensione, garantisce una stabilità e un comfort di marcia unici, trasmettendo al pilota una sensazione di sicurezza che pochi altri modelli possono offrire.

Potremmo dilungarci in confronti tecnici e numeri, ma la realtà è più semplice: da oltre quarant’anni il GS è sempre lì, in cima alle classifiche di vendita e nel cuore di chi ama viaggiare.

C’è chi attribuisce il suo successo al fascino dello status symbol, ma sarebbe riduttivo. Il GS è molto più di un marchio: è una filosofia di viaggio, un modo di vivere la moto in ogni sua sfumatura.

E in fondo, forse, il segreto del suo mito è tutto qui:
bastano due ruote, un casco in testa e un orizzonte davanti a noi per muovere l’anima.

Peppe Pagano

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *