Officina vs Elettronica: com’è cambiata la moto (e cosa compri con 10.000€?) | Motociclisti da Bar – Episodio 18
Ciao a tutti.
Stavamo tornando un po’ indietro nel tempo… ragazzi, quando eravamo ragazzini. Io mi ricordo benissimo com’era allora, ai tempi dei motorini. C’erano il Gilera, il Garelli, le Vespe, ce n’erano tantissime. E la prima cosa che facevamo, lo sapete, era cambiare il carburatore: dal 12 si passava al 19, poi si cambiava il pignone e il motorino diventava una bomba.
Il problema però qual era? Era più veloce, più brillante, ma i freni praticamente non esistevano.
Perché dico questo? Perché oggi, in questa puntata, ho voluto richiamare qui il mio compare Giovanni Paladino, il “dottore” della meccanica.
Giovanni, dimmi una cosa: perché si facevano tutte queste modifiche una volta… e oggi invece tutto questo sembra sparito?
Una volta ci si chiudeva nei garage. Ci si scambiava la marmitta, il carburatore, si facevano errori e poi si andava dal tornitore per sistemare tutto. Io già da piccolo, prima ancora di avere un’officina mia, con i miei compagni passavo più tempo a smontare moto che a giocare a pallone.
Oggi invece è cambiato tutto. Ho visto moto piene di elettronica, talmente tanta che sembra di dover lavorare alla NASA più che in officina. Oggi ci sono più centraline che motore. E allora la domanda è: dove stiamo andando?
Oggi serve una grande preparazione. Non basta più saper cambiare l’olio: sull’elettronica servono basi solide e aggiornamento continuo.
Ci sono officine super specializzate: una Goldwing, ad esempio, non la porti ovunque. Ma un’officina generica, come la mia, deve saper lavorare su tutto.
Da noi entrano BMW, Ducati, KTM… e sì, anche le moto cinesi. E vi dirò di più: queste moto cinesi non è che si rompano così tanto come si pensa.
I ragazzi in officina sono contenti perché spaziano: fanno un tagliando su una BMW, una frizione, poi magari entra una Kawasaki e si stimolano. Questo fa crescere. È come ascoltare musica diversa: rock, pop… ti arricchisce.
La specializzazione va bene, ma non bisogna essere per forza monomarca. Un’officina autorizzata segue il suo marchio, giustamente. Ma una officina indipendente, regolare, con fatture e ricambi originali, può lavorare tranquillamente rispettando tutte le leggi, anche per la garanzia.
Un altro tema importante: le moto che “cadono da sole”.
Succede più spesso di quanto pensiate. Cavalletto centrale o laterale consumato, bulloni allentati… basta poco. Controllateli sempre. Ogni tanto date una scossa alla moto, verificate che sia stabile. Una leggera pendenza e la trovate per terra.
Poi c’è l’altro grande classico:
“Peppe, la moto non va… l’ha sistemata un mio amico.”
E lì il livello di nervosismo sale, perché devi prima capire cosa è stato fatto, e poi rimediare.
Durante il periodo Covid è stato il caos: tutti chiusi in garage a montare accessori. Leve aftermarket, faretti, parabrezza, di tutto. Oggi su dieci moto che entrano in officina, sei sono per montaggio accessori. Ed è nato un indotto enorme.
Il mondo è cambiato: caschi con interfono, schermi collegati al telefono, elettronica ovunque.
Una volta accendevi una XT a pedivella e rischiavi di romperti una gamba. Oggi premi un tasto.
E poi c’è il mercato dell’usato: saturo. Moto con pochissimi chilometri a prezzi assurdi. Ma la differenza vera è una sola: c’è chi compra per moda e chi compra per passione.
Chi prende una BMW spesso non la cambia più. Cambia modello, ma resta lì. Altri invece cambiano dieci moto in dieci anni, poi a un certo punto si fermano perché nasce anche un legame affettivo.
La moto resta questo: passione.
Officina, strada, sacrifici, emozioni.
E alla fine la domanda resta sempre la stessa:
con 10.000 euro, cosa conviene comprare?
Un buon usato? Una cinese nuova?
Allora, la domanda è sempre la stessa:
cosa conviene comprare?
Hai una bella somma. Diciamo:
“Ho 10.000 euro. Cosa compro?”
Un buon usato?
Una moto nuova cinese?
Personalmente, lo dico subito, io sono di parte:
io sceglierei sempre un buon usato, con pochi chilometri.
Con 10.000 euro oggi puoi portarti a casa una moto importante.
Per esempio, una bella BMW GS dal 2010 al 2012: una moto di un certo livello, una moto che ti porti dietro per tutta la vita, se la tratti bene.
Poi è chiaro, c’è anche chi vuole per forza la moto nuova, con la garanzia ufficiale della casa: due, tre, quattro anni di tranquillità. In quel caso, con 10.000 euro, può avere senso guardare una moto nuova, magari cinese.
Dipende sempre da che tipo di persona sei e da che uso fai della moto.
Nel mondo delle due ruote puoi spendere 3.000 euro come 30.000, tutto sta in quello che cerchi e in quello che puoi permetterti.
Il mercato oggi è strano, è saturo.
Io stesso, parlando con Giovanni, tante volte ho pensato di cambiare moto, di prendere magari un modello nuovo con un serbatoio più grande, da 30 litri… poi però mi fermo e mi chiedo:
“Ma ne vale davvero la pena?”
Quando le cifre iniziano a salire troppo, vengono i dubbi.
E allora spesso finisci per tornare sulla tua moto vecchia, quella che già conosci, su cui hai già speso, che sai come va.
Anche perché, diciamolo, quando inizi a comprare una moto nuova, poi c’è tutto il resto:
accessori, gomme, tagliandi… e il conto sale in fretta.
A proposito di gomme:
la mia ne ha fatte 18.000. Ora tocca cambiarle.
Quelle che monto di solito possono arrivare a 12.000 chilometri, quindi per il prossimo viaggio ci siamo.
Tu adesso parti, fai quei 3.000 chilometri… le gomme dovrebbero reggere.
Non facciamo nomi, tanto non ci pagano 😄
Ma quando funzionano, funzionano.
Dai, facciamo così:
ne riparliamo la prossima volta, magari prima di Natale.
Ci facciamo gli auguri e affrontiamo un altro argomento bello succoso.
Per oggi direi che può bastare.
Io mi sento soddisfatto.
Grazie a tutti, buon appetito,
ci vediamo alla prossima.
Ciao!
Guarda l’episodio completo:

