Racconto del nostro viaggi in Grecia, a cura di Maurizio Zaninelli.
21 giugno 2021 ore sette, o sei ora italiana. Il mare è un olio e il silenzio quasi perfetto. Il viaggio si sta concludendo e non posso fare a meno di pensare che anche stavolta un sogno si è compiuto. Un sogno, non un viaggio, un sogno nato da un altro sogno, quello di Peppe Pagano, che ha deciso, a un certo punto del cammino di sua vita, che l’unico lavoro che voleva e poteva fare era quello di aiutare gli altri a realizzare il loro, di sogno, cioè quello di viaggiare in moto con un senso ulteriore.
E l’ha fatto prendendosi responsabilità enormi e rischi assurdi, perché ci vuole niente perché un sogno si trasformi in incubo. L’ho pensato, netto, mentre ero steso a terra dopo un incidente in parcheggio. Poi fortuna ha voluto metterci una pezza e tutto si è risolto in nulla, figura di merda epocale e possibili azioni legali di Fabio a parte, ma ci voleva poco perché il viaggio prendesse tutta un’altra piega. Ci vuol nulla perché un viaggio in moto si trasformi in dramma.
Si è fragili, indifesi, a cavallo di quei meravigliosi arnesi che sono le nostre moto, che ci fan sentire quasi come cavalieri antichi ma he ci fan viaggiare a mille all’ora in mezzo a pericoli di ogni genere. Prima di tutti quello della nostra imprudenza ma anche quella di tutti gli altri. Eppure forse proprio questo è parte del fascino che ci intriga di questo modo di viaggiare. Questo e il fatto di poterlo condividere con altri che hanno la stessa passione.
Ma perché questo accada bisogna creare il gruppo, stimolarlo e proteggerlo ad un tempo, accudirlo come fa una chioccia coi pulcini. E no, la chioccia non è Peppe che è ancora un po’ galletto, la chioccia è Motoexplora, ch’è pur sempre una sua creatura ma, anche se ancora molto dipendente da lui, non è solo lui. Motoexplora è un team di persone toste e sensibili che riescono prima di tutto a rapportarsi con lui, e no dev’esser sempre facile, e poi che fanno anche di tutto per mettere a proprio agio, e per quanto possibile al sicuro, i fruitori del servizio, cioè i clienti, offrendo loro la possibilità di diventare anche qualcosa in più, cioè amici.
Ed è incredibile la professionalità che dimostrano a fronte di guadagni ceetamente non proporzionati e insuccessi frequenti almeno quanto le soddisfazioni. Perché un gruppo non è quasi mai un insieme omogeneo e stabile, ma un crogiolo di caratteri, attitudini ed esigenze diverse in continuo mutamento . C’è chi vuole viaggiare tranquillo godendo del panorama, chi vuole un’andatura sostenuta e adrenalinica, pur nei limiti della prudenza, chi pensa al mangiare, chi al chiacchierare e chi al meditare.
C’è l’estroverso, il timido, il caciarone e il riservato, l’egocentrico, il problematico, il diversamente giovane. Ecco, tirar fuori un sogno da tutto ciò, considerata la miriade di inconvenienti che possono capitare sempre e dovunque e che in questo momento sono anche amplificati dalla ripresa post covid, con procedure burocratico sanitarie semplicemente assurde e alberghi e ristoranti chiusi da un anno, e farlo senza perdere il buonumore, anzi alimentandolo ad arte, é un vero prodigio. Il vero sogno realizzato.
Per cui cos’altro si può dire se non un grazie di cuore grande così? Grande come la passione che Peppe, Anna e Betto ci hanno messo nel realizzarlo. Grande come il paesaggio e l’emozione che la Grecia ci ha dato, con la sua natura, la sua mitologia e la sua filosofia. Ci siamo sentiti dei novelli Ulisse e dei discepoli di Aristotele e scusate se è poco. Infine una menzione alle persone che ho conosciuto nel mio viaggio precedente: Gabriella, Renata e tutti gli altri e le altre di cui non ricordo il nome ma che riescono a tener dietro al vulcanico Peppe in questa avventura che lui prende come una missione di vita: la Motoexplora. Che, è bene ribadirlo, non organizza viaggi, ma REALIZZA SOGNI. Grazie anche a loro, a tutti. Ci avete fatto stare bene. E questo non ha prezzo.