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Quasi quasi, salgo in moto e parto per un viaggio!

Bell’idea, facile a dirsi però!

Non è così semplice per tutti; il lavoro, oppure i tanti impegni della nostra quotidianità non sempre riescono a sposarsi con i nostri desideri. La voglia ed il bisogno di togliersi di dosso la routine, quell’insieme di problematiche che, giorno dopo giorno, ci accompagnano rendendoci la vita come fosse un semplice orologio che scandisce il tempo è sempre tanto grande.

Se fosse vero che, tante volte potrebbe bastare un semplice sorriso per cambiare il nostro umore allo stesso tempo, per chi come noi ama viaggiare, basta accendere la nostra compagna di viaggio e in un solo giorno cancellare, come recita una vecchia canzone, “centoventi giorni stronzi”

L’autunno è già inoltrato ma, nel sud Italia, le temperature in questo strano novembre sono ancora miti. In una di queste giornate mi reco a fare il tagliando della moto e, proprio in officina, gli amici del Motoclub “Giovanni Paladino” di Catania mi invitano a partecipare ad una giornata su due ruote.

“Dai Peppe, sabato faremo un giro in Calabria, vieni anche tu?”

Perché no, in fondo è sempre bello conoscere persone nuove, confrontarsi e vivere una giornata che, come scritto prima, potrebbe cancellarne centoventi.

Partenza ore 08.00, già vedere l’entusiasmo di altri mototuristi mi riempie il cuore di gioia.

Siamo così tutti pronti a godere di una giornata spensierata alla scoperta dell’Aspromonte.

I primi chilometri fanno parte di un percorso autostradale che ci accompagna da Catania fino al terminal traghetti di Messina.

Per chi vive in Sicilia il fascino del traghetto è sempre unico, salire a bordo per una traversata di circa mezz’ora dà sempre l’idea dell’inizio, seppur breve, di un importante viaggio.

Il vero percorso inizia quando, dopo aver percorso un tratto della A2 Salerno – Reggio Calabria, imbocchiamo l’uscita per Bagnara Calabra. Da lì ci rendiamo conto che realmente l’autunno misto estate è finito in quanto le temperature iniziano bruscamente ad abbassarsi.

La Via Provinciale che da Sant’Eufemia d’Aspromonte si snoda con una serie meravigliosa di curve e tornanti, fino all’innesto con la SP3 è il preludio del percorso che faremo durante la nostra giornata.

L’Aspromonte, che attinge il suo nome dai greci, i quali lo consideravano un massiccio montuoso candido per via della dolcezza dei suoi promontori, si presenta a noi con i classici colori dell’autunno, un giallo dorato che, grazie ai raggi del sole, riesce a creare dei colori talmente belli da mostrarci il percorso come fosse uscito da una favola.

Già, dopo le prime curve, iniziamo ad attenzionare le tante foglie cadute che, bagnate ed inumidite dalla notte, potrebbero diventare una vera trappola scivolosa per chi viaggia in moto.

Dopo pochi chilometri raggiungiamo il Cippo di Giuseppe Garibaldi, un mausoleo dedicato all’eroe dei due mondi.

Proprio in questo luogo si mise fine alle ambizioni garibaldine che, nell’agosto del 1862, furono fermati dal Regio esercito dell’appena nato regno d’Italia. Nelle intenzioni di Garibaldi c’era la volontà di marciare verso nord fino a raggiungere lo stato pontificio, abbatterne le difese e conquistare Roma e con ogni probabilità provare a far diventare l’Italia una repubblica. Famosa la canzone che irridendo Garibaldi fu creata a seguito di una ferita ad una gamba ed inserita nella famosa ballata sull’aria “Flik Flok” dei bersaglieri.

Naturalmente non possono mancare le foto di rito e dopo un breve racconto sul luogo si risale in moto per raggiungere il lago Rumia.

In Realtà si tratta di un piccolo laghetto artificiale sito nel comune di San Roberto a oltre 1300 mt sul livello del mare.

Nonostante questo, l’immagine che si presenta a noi è davvero unica, per certi aspetti sembra d’essere in una delle tante meravigliose aree del Nord Italia.

Dal lago Rumia a Gambarie il passo è breve, quindi, con le nostre moto, ci dirigiamo nella località sciistica per eccellenza dell’Aspromonte sita nel comune di Santo Stefano.

Nel centro della piazza Mangeruca sorge la famosa fontana realizzata nel 2003 dall’architetto Gianluca Adami e dall’artista Corrado Sassi questa è molto suggestiva in pieno inverno quando l’acqua che scende dalle lastre di cristallo ghiacciando dà luogo ad un’infinità di minuscole stalattiti.

Sono quasi le 13.00 come non provare a degustare quelli che sono i prodotti tipici calabresi? Del resto, in questo periodo, subito dopo San Martino e dopo l’arrivo del primo freddo è una tradizione preparare le Frittole.

Una tradizione in cui la lavorazione delle carni di suino diventa un rito, per certi aspetti mistico e segreto, nei borghi dal nord al sud della Calabria. Tutto ciò che potrebbe essere “lo scarto del maiale” cuoce lentamente in un pentolone di rame stagnato chiamato la “quadara” e mescolato dall’apposito utensile di legno per almeno otto ore. Non me ne vogliano i vegetariani, animalisti e altro ma il risultato è davvero unico.

Qualcuno potrebbe sostenere che non esiste un viaggio di un solo giorno, mi chiedo il perché. In fondo riuscire a liberare la mente, scoprire mondi nuovi, tradizioni locali anche se a pochi chilometri da casa rappresentano l’essenza del viaggiatore.

Il sole inizia a scendere e noi ci dirigiamo verso sud fino a raggiungere la E90 nei pressi di Melito Porto Salvo.

Siamo abbastanza stanchi, nonostante i pochi chilometri, ma, allo stesso tempo molto felici e soddisfatti. La Calabria è davvero unica, per certi aspetti misteriosa e con una natura incontaminata. Così come il suo popolo, orgoglioso delle proprie radici e tradizioni.

Stiamo per rientrare verso casa e dinnanzi a noi si presenta l’Etna così bella e maestosa. Per noi siciliani, soprattutto per i nativi nell’area del catanese, l’Etna è come la mamma. Ci guarda da lontano e sembra volerci dire, come sempre, bentornati in Sicilia.

Peppe Pagano  – Motoexplora Tour Operator

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