a cura di Peppe Pagano
Tutto ha inizio con una telefonata pervenutaci in agenzia:
“Buongiorno, mi chiamo Simone e sono di Roma, vorrei effettuare con degli amici un tour in Sicilia”… comincia cosi il nostro viaggio alla scoperta di alcuni luoghi estremamente affascinanti dell’isola.
Nonostante siano solamente in tre mi chiedono espressamente di avere a disposizione un tour leader che li accompagni durante il viaggio, per me l’occasione è veramente ghiotta è quasi un mese che non effettuo un’uscita di più di tre giorni e la strada comincia a mancarmi per cui, anziché affidarli ad un mio collega decido di accompagnarli personalmente.
Appuntamento alle 09.00 al porto di Palermo; i nostri amici hanno deciso di traghettare da Civitavecchia, indubbiamente avrei preferito che scegliessero il porto di Catania, in quanto, non avendo programmato la prima sosta presso la nostra struttura di Monreale e trovandosi la nostra sede ad Acireale, sarebbe stato logisticamente più comodo andarli a prendere al porto di Catania, ma poco importa, mi faccio sorreggere dalla buona volontà e già alle 5,30 sono in moto con direzione Palermo. C’è ancora buio e la luna piena mi accompagna durante il percorso, inoltre, ho provveduto ad installare nel mio navigatore una serie di canzoni degli anni ’70. Non so se è comune ad altri motociclisti ma, per quanto mi riguarda, il viaggiare in moto mi riporta indietro nel tempo, mi regala quella libertà mista a spensieratezza che ognuno di noi vive o dovrebbe vivere nell’adolescenza. Essendo la mia età prossima ai 45 anni il miscuglio moto e vecchie canzoni mi regala delle emozioni uniche. Arrivo puntuale al porto di Palermo e faccio così conoscenza con dei nuovi amici: Simone, Sergio e Marco. Poi, solo il tempo di gustare dei cornetti da Spinnato in Piazza Politeama e cominciamo il nostro percorso che ci porterà per oltre 1.200 km in giro per la Sicilia.
Destinazione ovest lungo la costa tirrenica fino a Cefalù dove è obbligo effettuare una sosta e godersi la magnificenza della cattedrale, il tempo di effettuare qualche foto e riprendiamo la serie infinita di curve che costeggiano il mare. Giunti ad Acquedolci deviamo verso San Fratello, splendido borgo, a cui si deve la fondazione ad Adelaide di Monferrato, moglie di Ruggero I. Ancor oggi, come testimonianza di tale nascita, persistono delle reminescenze dialettali d’origine gallo-italica. Sono le 13,00 e non possiamo fare a meno di effettuare una sosta da Salvatore che ci delizia il palato facendoci gustare i salumi tipici del luogo. La strada continua e ci inoltriamo nel cuore dei Nebrodi, un percorso immerso in una natura incontaminata laddove la flora e la fauna sono i padroni incontrastati del posto, di tanto in tanto avvistiamo qualche gruppo di maiali ed esattamente il maiale nero detto anche Suino Nero dei Nebrodi o Nero Siciliano. Razza autoctona siciliana di origini antichissime che vive esclusivamente nell’areale dei Monti Nebrodi, nella Sicilia Nord-orientale.
Raggiungiamo “Portella femmina morta” a quota 1400 m slm e cominciamo la discesa alla volta di Randazzo, so perfettamente che lungo la strada apparirà innanzi a noi l’Etna, con tutta la sua maestosità, e cosi è: improvvisamente dopo uno dei tanti tornanti eccola offrirsi innanzi a noi, lo stupore dei miei compagni di viaggio è tangibile, non erano mai stati in Sicilia e non si aspettavano uno spettacolo così unico, logicamente ci fermiamo per scattare un numero infinito di foto. Raggiungiamo Randazzo, città di origine medievale che giace su un territorio in cui si sono incontrate le più disparate civiltà: greci, romani, bizantini, arabi, normanni, aragonesi e che hanno lasciato tracce di alto valore documentario ed artistico.
Ovviamente ci fermiamo per degustare dei dolci tipici a base di pistacchio e mentre siamo intenti a curiosare nella piazza principale vediamo sopraggiungere “Zio Nino”, con i suoi 80 anni portati benissimo, il quale ci racconta dei suoi anni di gioventù e di come la città di Randazzo durante la seconda guerra mondiale fu sottoposta per trentuno giorni, tanto da essere definita “la Cassino di Sicilia”, a violentissimi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione dell’intero abitato, tanto da meritare la medaglia d’argento al valore civile. Francamente staremmo delle ore a chiacchierare e a farci raccontare i tanti aneddoti di vita vissuta ma il tempo è tiranno ed abbiamo ancora poche ore di luce a disposizione, ripartiamo a malincuore e ci dirigiamo alla volta di Montalbano Elicona presso l’Hotel Federico II; una cena fantastica e una buona dormita ci fanno chiudere con soddisfazione la giornata.
La mattina si presenta con il cielo azzurro e nonostante siamo in autunno la temperatura è estremamente favorevole, le nostre moto sono pronte ad affrontare il percorso programmato: SS 185, con l’immancabile sosta a Novara di Sicilia, Castiglione, Linguaglossa e la tanto famosa salita di piano Provenzana, come sempre effettuiamo la nostra sosta da Michele, presso il rifugio Brunek, dove comincia, come al solito, la grande chiacchierata sui perché delle cose. Gli aneddoti di Michele e della sua personale filosofia di vita ci fanno morire dalle risate, così dopo esserci rifocillati e aver rinvigorito lo spirito ripartiamo alla volta del versante sud dell’Etna, giungiamo presso i crateri Silvestri a quota 1981 m slm, parcheggiamo le nostre moto e ammiriamo lo spettacolo unico che si presenta davanti i nostri occhi; toccare con mano la forza viva della natura è qualcosa di sempre nuovo e nonostante, personalmente, vi sia stato centinaia di volte riesco a provare sempre nuove emozioni. Comincia la discesa, una strada che si apre in mezzo a colate laviche, il panorama che si domina da qui ci permette di godere dello splendore della costa jonica.
Raggiungiamo Belpasso, Adrano e ci immettiamo sulla SS121, antica strada di collegamento tra Catania e Palermo fatta di tante curve immerse in dolci colline, superiamo Regalbuto e ammiriamo dall’alto il lago di Pozzillo che è l’invaso artificiale più grande di Sicilia, poi ancora paesi pieni di storia e tradizioni: Agira e Leonforte. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la nostra meta: Villa Gussio Nicoletti, antica dimora storica del XVIII° sec. laddove ci attende il nostro momento di sano relax approfittando del centro benessere e deliziandoci, in serata, il palato con la cena che ci viene proposta. Anche questa giornata è trascorsa all’insegna della voglia di scoprire e viaggiare in moto. Descrivere il viaggio per singola giornata potrebbe sembrare estremamente anacronistico ma trascurarne un solo piccolo particolare di quanto si è vissuto sarebbe veramente un delitto.
La strada e le moto, nostre fedeli compagne di viaggio, diventano un tutt’uno e quanto cerco di far vivere a Simone, Sergio e Marco non è solo l’aspetto culturale che ogni luogo visitato ci trasmette, ma l’emozione che dei percorsi alternativi, immersi tra colline dove il profumo di questa terra si tocca con mano, ci regalano. Da Leonforte ci dirigiamo verso Mussomeli con il suo castello edificato nel XV secolo e che domina tutta la vallata circostante.
E’ quasi ora di pranzo e Sergio mi fa una richiesta esplicita: “senti Peppe è possibile mangiare la pasta con le sarde?”
Che domanda! Credo che mi abbia letto nel pensiero, prendo il telefono e chiamo subito Calogero, titolare del ristorante “lo Sperdicchio” ad Aragona:
“ciao Calogero sono con degli amici e….”
“ciao Peppe non ci sono problemi giusto il tempo di recuperare il finocchietto selvatico e….”
Appena giunti e ricevuta la solita e calorosa accoglienza ci ritroviamo seduti a gustare prima le Panelle, frittelle di farina di ceci che sono una delle specialità’ gastronomiche “da strada” palermitane, diffuse anche nella provincia di Agrigento e di Trapani e poi un immenso piatto di pasta con le sarde!
Vedo il volto dei miei amici estremamente soddisfatto ed i loro piatti totalmente ripuliti.
Ora arriva il vero problema: innanzi a noi ci sono ancora 180 km da percorrere e lo stomaco pieno certamente non ci aiuta a rimetterci subito in moto, decido quindi di fare tappa alle Maccalube di Aragona; che è una riserva naturale comprendente una vasto territorio argilloso caratterizzato dalla presenza di fenomeni eruttivi. Rintraccio telefonicamente l’amico Salvatore, responsabile della riserva, che si propone di accompagnarci regalandoci una fantastica visita guidata alla scoperta di questo strano fenomeno di vulcanismo sedimentario. Francamente è un vero piacere ascoltare i racconti e le leggende oltre che le varie spiegazioni scientifiche dalla voce di chi ama profondamente questa terra. Grazie Salvatore! La Sicilia ha bisogno di persone come te che sono capaci di raccontarsi e raccontare con semplicità ogni piccolo angolo del nostro territorio.
Proseguiamo in direzione Sciacca, passando prima per la Valle dei Templi di Agrigento ed effettuando una breve sosta a Realmonte dove abbiamo conosciuto Ramon, venditore ambulante di pesce, che sentendo l’accento tipicamente romano dei miei amici comincia subito con una serie di racconti su una sua presunta permanenza a Roma e la partecipazione come comparsa in oltre 180 film. Che bella persona è Ramon, trasmette pienamente la simpatia tipica siciliana. Giunti finalmente a Sciacca non possiamo fare a meno di recarci al “Bar Roma di Aurelio” per degustare la famosa granita al limone.
In serata raggiungiamo Torre Tabia, Pippo Termine e sua moglie ci attendono impazientemente per farci gustare i loro piatti tipici: dalla caponata a tutto il meglio che la buona cucina siciliana ci propone. Il dopo cena è entusiasmante; con Pippo sfidiamo a briscola Sergio e Marco, una serie infinita di partite che per pura ospitalità siciliana abbiamo deciso di far finire in parità.
Un altro giorno, un’altra sveglia e una nuova giornata in moto….
Viaggiare in Moto in Sicilia è un insieme di grandi emozioni, fatte di strade, cultura e incontri casuali con gente genuina. Questo è quanto noi di Motoexplora cerchiamo di trasmettere a chi decide di viaggiare con noi. Provando a dare sempre il massimo per far comprendere le mille tradizioni della nostra terra. La nostra più grande soddisfazione è l’osservare gli occhi lucidi di chi va via, non lasciandoci mai dietro un semplice addio ma a un più sentito arrivederci.
Grazie Marco, grazie Sergio, grazie Simone e grazie a tutti gli amici che hanno condiviso con noi il proprio viaggio.
Peppe Pagano – Motoexplora Tour Operator