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Motociclisti da Bar – Episodio 6: Quando la strada unisce due generazioni

Motociclisti da Bar – Episodio 6: Quando la strada unisce due generazioni

Motociclisti da Bar – In viaggio con Giorgio Ramilli, 86 anni e una vita su due ruote

In questa puntata di Motociclisti da Bar, Peppe Pagano incontra Giorgio Ramilli, per gli amici “Giorgino”, un motociclista d’altri tempi con una vita intera trascorsa tra viaggi, avventure e passione per le due ruote.
Peppe e Giorgio si conoscono da più di dieci anni e insieme hanno condiviso decine di viaggi in moto in giro per il mondo.

Peppe ricorda con affetto il loro primo contatto: «Mi chiamò per partecipare a uno dei nostri viaggi, ma mi disse: guardi bene la mia età, forse non sono adatto. Da lì è iniziata un’amicizia e un’avventura che dura da oltre dieci anni».

Giorgio sorride quando Peppe gli chiede perché tutti lo chiamano “Giorgino”: «Non lo so nemmeno io – dice – forse per scherzo, forse perché sono sempre stato un po’ un ragazzino dentro».

Durante la puntata i due ricordano tanti episodi di viaggio. Uno dei più divertenti è quello accaduto in Montenegro, al monastero di San Basilio, un luogo sacro frequentato da migliaia di pellegrini. «Tutti salivano a piedi, perché il percorso era parte della penitenza – racconta Peppe – ma noi arrivammo in moto».

Giorgio prosegue: «Ci fermò un addetto e ci disse che non potevamo passare. Peppe gli rispose che dovevamo far benedire le moto e che, se non ci avesse lasciati entrare, si sarebbe preso lui la responsabilità! Alla fine ci fece passare. Arrivammo davanti al monastero con le moto lucenti, tra lo stupore di tutti».

Peppe ricorda anche la lunga carriera motociclistica di Giorgio, che oggi ha 86 anni.
«Il mio primo viaggio in moto – racconta – fu nel 1955, contro la volontà dei miei genitori. Non avevo soldi, ma tanta voglia di partire. Le strade erano tutt’altra cosa rispetto a oggi, ma era un’avventura vera».

Oggi Giorgio ha deciso di lasciare le grosse moto e di tornare alla sua prima passione: la Vespa.
«A una certa età – spiega – i riflessi non sono più quelli di una volta, ma non ho smesso con le due ruote. Continuo con le Vespe, che mi regalano ancora libertà e piacere. Ho fatto viaggi incredibili: dalle Dolomiti fino ai monti dell’Appennino. Con una Vespa si fa tutto, solo con un po’ più di pazienza».

Peppe gli chiede che differenza ci sia tra una moto e una Vespa. Giorgio risponde con entusiasmo:
«Con una moto moderna è tutto facile: hai controlli elettronici, riscaldamento, comfort. Con una Vespa, invece, devi fare tutto da solo. Ma quando arrivi in cima a un passo e la gente ti guarda con ammirazione, ti senti un eroe. È un’emozione che solo chi va in Vespa può capire».

Per Giorgio, la vera essenza del motociclismo è lo spirito, non il mezzo.
«Non importa se guidi una Vespa, una Lambretta, una Benelli o una Ducati. Ciò che conta è lo spirito con cui affronti la strada. È quello che ti fa sentire sempre giovane, curioso e libero. È la voglia di scoprire, di parlare con la gente, di guardare il mondo con occhi diversi».

Peppe riflette sul cambiamento delle nuove generazioni: «Oggi i ragazzi vanno meno in moto. Ai nostri tempi era un sogno. Forse dovremmo essere noi, che abbiamo più esperienza, a raccontare cosa significa davvero salire su due ruote».

Giorgio è d’accordo: «Le case motociclistiche oggi guardano troppo al marketing e poco alla passione. La moto non è un frigorifero o un semplice mezzo di trasporto. È una parte di te, un’estensione della tua personalità. Ti fa sentire libero, indipendente, vivo».

Parlando di solidarietà tra motociclisti, Giorgio condivide un ricordo toccante:
«Nei miei primi viaggi dormivo in tenda. Una mattina, sulle sponde del lago d’Oronzo, un giovane Boy Scout mi portò una tazza di latte. Non parlavamo la stessa lingua, ma aveva riconosciuto il mio cinturone da scout. Quella solidarietà tra persone, e in particolare tra motociclisti, è qualcosa di unico».

Racconta anche un episodio recente: «Qualche settimana fa ho fuso il motore della mia Vespa sull’A45. Un motociclista dall’altra parte della carreggiata mi ha visto, ha scritto su un gruppo online e in poco tempo è arrivato con il suo furgone per aiutarmi. Un altro amico, in ferie, ha rinunciato a una giornata di vacanza per venire a rimontare il motore con me. Questa è la bellezza del mondo delle due ruote: la fratellanza».

Alla fine dell’intervista, Peppe saluta l’amico con affetto:
«Giorgio, ti ringrazio di cuore. Abbiamo condiviso viaggi, avventure e momenti indimenticabili. E continueremo a farlo, perché la vera bellezza del motociclismo è proprio questa: raccontare le emozioni, le storie, le persone».

Giorgio sorride e conclude: «La Vespa fa sognare. E quando smetterò di sognare, smetterò anche di andare in moto».

Peppe chiude la puntata ricordando che Motociclisti da Bar non è solo un podcast di motori, ma un luogo dove si incontrano storie, emozioni e passione.
Un “bar virtuale” dove ogni racconto diventa un viaggio e ogni viaggio un ricordo da condividere.

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