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Motociclisti da Bar – Episodio 7 – Tagliandi, viaggi e passione: la verità sulle moto moderne

Motociclisti da Bar – Episodio 7 – Tagliandi, viaggi e passione: la verità sulle moto moderne

Intervista con Giovanni Paladino – “Il dottore delle moto”

La passione per la moto non si ferma al rombo del motore o al profumo d’asfalto: passa anche attraverso la cura, la manutenzione e la conoscenza tecnica. Nella nuova puntata di Motociclisti da Bar, condotta da Peppe Pagano, si affronta un tema fondamentale per chi vive le due ruote ogni giorno. Ospite della puntata è Giovanni Paladino, conosciuto da tutti come “il dottore delle moto”: un meccanico esperto, appassionato e punto di riferimento per molti motociclisti.

Una delle prime domande poste da Peppe riguarda un dubbio molto diffuso: “Se compro una moto nuova, devo fare i tagliandi in concessionaria per non perdere la garanzia?” Paladino chiarisce subito l’equivoco spiegando che non è obbligatorio. Il Regolamento Europeo UE 461/2010 stabilisce che i costruttori non possono costringere i clienti a rivolgersi solo alle officine ufficiali per mantenere la garanzia. Ciò significa che anche le officine indipendenti, purché qualificate, possono eseguire i tagliandi e le riparazioni, rilasciando fattura e utilizzando ricambi originali o equivalenti. È un’informazione preziosa, che libera molti motociclisti dal timore di dover tornare sempre e solo in concessionaria.

Durante la chiacchierata, Paladino racconta come le moto moderne siano profondamente cambiate rispetto al passato. “Oggi le moto sono piene di sensori e software da aggiornare. Ma noi officine indipendenti ci siamo evolute: abbiamo strumenti diagnostici ufficiali per gestire ogni tipo di sistema elettronico”, spiega. Un tempo bastava sostituire un carburatore o una marmitta per divertirsi, oggi invece servono competenze tecniche, aggiornamenti digitali e diagnosi elettroniche. Eppure, sottolinea Giovanni, la passione resta la stessa: “Per noi motociclisti la moto è sempre un giocattolo per adulti. La smonti, la sistemi, la rimonti… e quando ti stanchi, ne prendi un’altra.”

Peppe gli chiede qual è stata la richiesta più particolare ricevuta da un cliente, e Giovanni sorride: “Un amico mi chiese di alleggerire completamente la sua BMW GS: via cavalletto, carene, tutto il superfluo. La voleva da fuoristrada pura. Poi, col tempo, l’ha rimessa com’era: pesante ma perfetta per viaggiare.” Tra le moto più difficili da gestire in officina cita le MV Agusta: capolavori di design e tecnica, ma complesse da smontare e mantenere. “Sono moto bellissime, ma ogni vite è un’avventura.”

Si passa poi a un tema molto attuale: conviene acquistare una moto cinese nuova o una usata di marca famosa? Giovanni risponde con equilibrio: “Oggi le moto cinesi sono migliorate tanto. Possono essere un buon punto di partenza per chi si avvicina al mondo delle due ruote. L’importante è divertirsi e vivere la passione, non inseguire la perfezione.”

Quando si parla di viaggi in moto, Paladino non ha dubbi: “Prima di partire per un lungo viaggio bisogna fare una manutenzione completa: olio, filtri, liquidi, freni, controlli generali.” Consiglia inoltre di portare sempre con sé un avviatore portatile, utile in caso di batteria scarica, e di montare batterie con spunto più alto per affrontare meglio i cambi di temperatura. Per chi viaggia con trasmissione a catena, raccomanda la pulizia e la lubrificazione ogni mille chilometri, soprattutto su terreni polverosi o fangosi. Le catene autolubrificanti? “Funzionano, ma non fanno miracoli.”

Alla domanda se esista una moto che non si rompe mai, Paladino ride: “No, la moto indistruttibile non esiste. Ma alcune, come certe BMW GS, se ben mantenute, possono durare una vita.” Negli ultimi anni, spiega, l’aumento dell’elettronica e delle prestazioni ha reso tutto più delicato: “Oggi le moto hanno più cavalli, ma i materiali non sempre tengono il passo. Serve più attenzione e più cura.”

Infine, Giovanni racconta i suoi inizi alla fine degli anni ’80: “La prima volta che ho smontato dei collettori su una BMW non ho aspettato che si raffreddassero… mi sono bruciato le mani!” Da allora porta quel segno come una sorta di tatuaggio di officina, simbolo della sua dedizione e del legame profondo con il mondo delle moto.

L’intervista si chiude con una riflessione che riassume perfettamente lo spirito di Motociclisti da Bar: non si parla solo di motori e meccanica, ma soprattutto di passione vera, di esperienze condivise e di quella voglia di libertà che unisce tutti i motociclisti. Peppe Pagano e Giovanni Paladino ci ricordano che la moto non è solo un mezzo, ma uno stile di vita: un modo per conoscere sé stessi, la strada e chi la percorre con lo stesso sorriso sotto il casco.

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