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Alla scoperta della Pista di Rommel: adrenalina, storia e panorami mozzafiato in Tunisia

Alla scoperta della Pista di Rommel: adrenalina, storia e panorami mozzafiato in Tunisia

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Benvenuti amici motociclisti di Motoexplora! Oggi vi portiamo a vivere un’esperienza che unisce una scarica di adrenalina, un tuffo nella storia e una vista paesaggistica che non dimenticherete: stiamo parlando della Pista di Rommel, in Tunisia. Preparate le vostre moto, mettete in moto gli animi avventurosi e lasciate che le ruote vi conducano tra canyon, altipiani e lastre di cemento sospese su impossibili panorami.

1. Dove si trova e perché è speciale

La Pista di Rommel si snoda nella Tunisia centrale-meridionale, tra zone non turistiche e paesaggi selvaggi. Questo percorso non è solo un tracciato per fuoristrada, ma un vero e proprio “sentiero della memoria”: infatti prende il nome da Erwin Rommel, il celebre generale dell’Asse noto come la “Volpe del Deserto”.
In molti racconti di viaggio il percorso viene descritto come “una mulattiera che diventa asfalto che sfida l’altitudine e la vista sul deserto”.
Per noi di Motoexplora è uno di quei tratti che aspettavamo da tempo: non solo per guidare, ma per vivere un contesto autentico, fuori dai circuiti più battuti.

2. Lo stile “Motoexplora” del viaggio

Quando affrontiamo un percorso come questo lo facciamo con tre presupposti: spirito d’avventura, rispetto del territorio, e la voglia di raccontarlo sulla sella.

  • Spirito d’avventura: la Pista di Rommel non è un’autostrada per moto da turismo. Ci sono tratti deteriorati, lastre di cemento con buche, salite ripide e discese a strapiombo. Un esempio: «la prima volta che guidai in queste strade…» racconta un biker.

  • Rispetto del territorio: siamo in Tunisia, terra di silenzi antichi, di rocce e deserto. Percorrere questa traccia significa anche ascoltare, fermarsi, respirare il paesaggio.

  • Racconto in moto: perché non basta arrivare. Bisogna vivere ogni curva, fermarsi al bordo dello strapiombo, osservare il lago salato, scattare foto al tramonto, sentire la sabbia al vento.

3. Il percorso: emozioni e paesaggi

Immaginatevi partire da Redeyef (o arrivare da un tratto asfaltato parallelo) e imboccare questa pista leggendaria. Qui alcuni punti salienti:

  • Inizio impegnativo: si affronta una discesa, a volte su mulattiera, con vista mozzafiato. «Un burrone alla destra», racconta un viaggiatore.

  • Vista sul Chott El Jerid: uno dei momenti “wow” della percorrenza. Il lago salato crea un effetto miraggio, deserto bianco e silenzioso.

  • Lastre di cemento e tratti sfasciati: la strada originaria è stata costruita in epoca bellica, da reparti del passato, e ora in alcuni tratti è piuttosto “grezza”. Bisogna andare con attenzione.

  • Arrivo in valle, emozione compiuta: arrivare a Sagdoud o comunque al termine della pista con il cuore che batte e la moto ricoperta di polvere è un ricordo indelebile.

4. Consigli tecnici per motociclisti

Dato che è un viaggio targato Motoexplora, ecco qualche dritta per viverla al meglio:

  • Moto adatta: una enduro o dual-sport, con buone sospensioni e cerchi resistenti. Non è pista “facile”.

  • Navigazione/GPS: alcuni tratti sono poco segnalati, addirittura attraversano discariche o zone isolate. Un gps con traccia scaricata aiuta.

  • Tempi e luce: meglio percorrerla al mattino presto, con la luce che illumina i canyon e non al tramonto quando la visibilità cala.

  • Equipaggiamento: casco integrale consigliato, abbigliamento tecnico, acqua a sufficienza (siamo in ambiente semi-deserto), un kit pronto per forature o piccole emergenze.

  • Atteggiamento: rallentare dove il fondo è dissestato, usare la frizione, rilassarsi e godersi lo scenario. Non correre come se fossi su un circuito.

5. Perché vale la pena

  • È un’esperienza multisensoriale: della guida, del paesaggio, della storia.

  • Nessuna folla: qui siamo oltre i tour “di massa”, in un posto autentico.

  • Alla fine del viaggio ti senti “avventura compiuta”: hai affrontato una pista con nome-leggenda, hai guidato dove altri non sempre arrivano.

  • E poi c’è la storia: sapere che questa traccia fu usata durante la seconda guerra mondiale, dai reparti dell’Afrika-Korps, aggiunge un significato in più.

6. Racconti da condividere

Immaginate la foto alla cima del dosso, la moto ferma, la sabbia che ondeggia oltre lo strapiombo, e voi che guardate lontano verso il Chott. Oppure la risata con il compagno di viaggio che chiude il gas dopo una curva mozzafiato e vi dice «non ci credo che abbiamo fatto questa discesa». Oppure la polvere che entra negli occhiali, la ruggine del passato che affiora nei minerari abbandonati lungo il tragitto. Tutte queste sono scene che diventano storie da raccontare al ritorno.

7. Conclusione: la Motoexplora

Quindi, se stai cercando un viaggio che vada oltre il solito itinerario turistico, se vuoi carburare la tua voglia di guida, scoprire un pezzo di mondo poco battuto e portare a casa storie – non solo foto – allora la Pista di Rommel in Tunisia è per te. Alza il manubrio, senti il motore vibrare, lascia che le ruote si sporchino di sabbia e polvere e preparati a vivere quell’attimo in cui «il silenzio diventa voce». Come dice un racconto: «la vista davanti a noi è di quelle da non scordare mai».

Scopri il nostro tour:

Tunisia: un te nel deserto

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