a cura di Peppe Pagano – articolo pubblicato sul n° 185 del magazine Mototurismo
Quante volte abbiamo rivolto le forcelle della nostra moto verso direzioni lontane, alla ricerca di angoli sperduti, di luoghi che tanto raccontano la storia degli uomini, interminabili chilometri di strada, magari imbattendoci in burocrazie che noi occidentali non riusciamo a comprendere? Poi scopriamo, grazie allo spirito di avventura che alberga all’interno di ogni mototurista, che nella nostra Italia, magari ad un passo da casa, esistono luoghi unici e ricchi di fascino che fanno vivere delle forti emozioni.
Un viaggio in Calabria attraverso i boschi della Sila, cosi unica e affascinante, che niente ha da invidiare ai blasonati passi alpini. Strade immerse in mezzo ad alberi secolari e meravigliosi laghi, con un asfalto perfetto e una serie interminabile di curve e tornanti che riportano alla mente i valzer di epoche andate. Lavoglia di guidare e di scoprire ci porta in luoghi remoti, laddove il tempo sembra essersi fermato. Le chiacchierate con la gente del luogo ci fanno vivere quell’ospitalità tanto cara ai popoli meridionali.
Racconti di vite vissute nella speranza di un progresso che stenta ad arrivare. Tra le tante parole condivise, qualcosa ci colpisce e salta subito alla nostra attenzione. Si parla di un mito, forse una leggenda, che racconta di un elefante in pietra risalente a chissà quale periodo storico. La curiosità è tanta e decidiamo di documentarci il più possibile ma purtroppo le informazioni sono poche; proprio per questo motivo la nostra voglia di sapere, di vedere e di scoprire, comincia a crescere. Dopo qualche giorno di sosta nei pressi di Camigliatello, ci dirigiamo alla volta di Campana, paesino dell’entroterra calabrese.
Le strade sono scorrevoli e le temperature piacevoli. Facciamo una prima sosta a San Giovanni in Fiore, per scoprire la bellezza del suo monastero, una località cosi piena di spiritualità che sembra portarci in altri luoghi d’Italia. Si riparte alla volta di Savelli e continuiamo a chiedere informazioni su questo misterioso elefante in pietra, ma nessuno della zona sembra conoscerlo.
Non vogliamo arrenderci e cominciamo a percorrere una serie interminabile di curve e tornanti alla volta della nostra meta. Dopo circa 30 chilometri (coordinate GPS N39.23.995, E16.48.906), poco prima di raggiungere Campana, improvvisamente innanzi a noi vediamo comparire, quasi per magia, due grandi rocce affiancate l’una all’altra. Tutt’intorno una meravigliosa area di sosta predisposta per pic-nic, pulita ma malinconicamente deserta. Entriamo e ci avviciniamo sempre più a ciò che sembrano due banali grandi massi.
Dinnanzi a noi una meraviglia, una delle rocce non è altro che un grande elefante scolpito alto più di 6 metri. Ci rendiamo subito conto che quanto stiamo vedendo è una costruzione realizzata dall’uomo in epoche remote. L’area intorno è strana… forse, a causa dell’emozione per aver trovato quanto cercavamo, ci sembra di avvertire quasi dell’elettricità.
Cosa ci fa un elefante in pietra nel cuore della Calabria? A questo punto la voglia di documentarci su quanto scoperto diventa veramente grande. Diverse fonti più o meno attendibili parlano di una datazione risalente addirittura al Neolitico, altri attribuiscono la costruzione al passaggio di Pirro in Calabria nel 281 a.C., altri ancora ritengono che l’elefante venne realizzato in onore dell’ultimo elefante di Annibale, il leggendario Surus. Il piacere della scoperta, il piacere di aver trovato qualcosa di importante lungo il nostro cammino ci riempie il cuore di gioia e soddisfazione.
Peppe Pagano – Motoexplora Tour Operator