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Nel cuore della Vallonia, tra motori e ricordi

Nel cuore della Vallonia, tra motori e ricordi

Luc, ovvero -benvenuto in Belgica-.

E’ quasi la metà di agosto. Il viaggio targato Motoexplora “Ardenne e Vallonia” è in pieno svolgimento e siano tutti contenti di quanto stiamo vedendo e delle strade che stiamo percorrendo in sella alle nostre moto. Oggi abbiamo visitato i luoghi tristemente noti per i conflitti mondiali che hanno segnato in modo indelebile questi territori. Verdun e Bastogne, solo per citare i più significativi e, dopo i musei della guerra, ci concediamo una bella strada tutta curve amatissima dai centauri belgi. Ci dirigiamo verso La Roche en Ardenne, un bellissimo villaggio attraversato dal fiume Ourthe dove ci concediamo una sosta. Sistemiamo le nostre due ruote sulla piazza principale del borgo, sempre molto affollata di moto e ci prepariamo a fare un giro del centro storico e magari concederci un caffè o un gelato in uno dei locali. Il gruppo di questo periodo vede una nutrita schiera di Moto Guzzi presenti. Ci sistemiamo sulla piazza, con i nostri adesivi Motoexplora ben in vista che sembrano dichiarare la nostra appartenenza. Stiamo per partire a piedi e, tra una chiacchiera e una sistemazione delle borse, tra chiudere la catena per fissare il casco ci attardiamo un attimo a lasciare la piazza. In quel preciso momento, arriva uno stupendo Le Mans III rosso, scintillante a tal punto da sembrare essere appena uscito dal cancello rosso di Mandello del Lario. Il pilota indossa un casco AGV SuperAgo e una giacca in pelle d’epoca. Lo stesso dicasi per stivali e guanti. Potrebbe essere uscito da un raduno anni Ottanta, eppure siamo saldamente nel 2025. La moto si ferma proprio in mezzo a noi. Il pilota scende e la sistema sul cavalletto centrale. La vernice riverbera i raggi del sole, che quasi ci abbagliano. Ha una targa gialla e nera, il mezzo arriva dal Belgio.

 

 

“Buongiorno a tutti!”, esclama l’uomo una volta sceso. Ha un fortissimo accento belga, non è di sicuro madrelingua italiano ma sembra volerci provare. Forse ha visto le nostre Guzzi, ha visto le nostre targhe e si è esibito nel nostro idioma. Posa casco e giacca e, alcuni di noi iniziano a complimentarsi per il veicolo stupendo. Lui ovviamente ne è orgoglioso. Afferma di aver fatto tutto da solo, meccanica e verniciatura. Intercala nelle lunghe frasi in francese con qualche parola in italiano. Ha i capelli bianchi che sfiorano le spalle, il viso è contrassegnato da un baffo spiovente rossastro che scende oltre le labbra. Ha tutto l’aspetto di un musicista di un gruppo progressive anni Settanta. Lo si vedrebbe bene con una Stratocaster in mano o dietro un set di batteria Tama. SI presenta, dice di chiamarsi Luc e di essere belga. Arriva da non molto distante e ama fare questo giro in moto. Si toglie la giacca e spunta subito una maglia Laverda. Inizia a raccontare delle sue molte moto, tutte italiane, dalle Guzzi alle Gilera, passando per Laverda e Ducati. Racconta senza però alcuna presunzione delle varie Arcore, Jota e Super Sport, nomi che fanno sussultare tutti noi appassionati. Ogni tanto, nel suo parlare, mette come un intercalare che suona “Benvenuto in Belgica!”, come a dire che noi siamo tutti suoi graditi ospiti. Il misto inglese e italiano si capisce comunque molto bene, forse grazie alla comune passione.

“Andiamo tutti a prendere un caffè… offro io!”, esclama Luc spingendo affettuosamente due di noi verso il locale poco lontano. “Benvenuto in Belgica!”, dice ancora sorridendo sotto i baffi. Io mi offro di rimanere a guardia delle moto e dell’abbigliamento ma lui rifiuta categoricamente la mia proposta. Dice che siamo vicini e che tiene sotto controllo lui le moto, indica poi un locale lì accanto che ha un bel tavolino libero che sembra fatto apposta per noi. Ci sediamo, Luc ci consiglia di prendere il tipico dolce belga, il gaufre, ovvero quel dolce a cialda morbido dentro e croccante fuori che si gusta accompagnato da frutta e gelato o marmellata e cioccolata. Non possiamo esimerci di assaggiare il prodotto tipico e, tra le chiacchiere a due ruote, un boccone e un sorso di caffè il pomeriggio scivola lento verso la nostra partenza. Terminiamo la nostra merenda e ci prepariamo a dirigerci verso la nostra prossima meta. Ringraziamo Luc, che ovviamente ha già pagato il conto. Ci salutiamo con baci e abbracci. “Allors Luc, on va se voire à septembre à Mandello del Lario?”, dico io in francese, “Cette fois je vais t’offrir un expresso dans le lac…”.

“Bien sûr mon ami…, on va se chercher…”.

“Au revoir Luc”.

“Au revoir Groupe Motoexplora, benvenuto in Belgica”.

Lui indossa casco e giacca. Sale sul Le Mans. Pigia il pulsante rosso e le Lafranconi cantano sula piazza di La Roche en Ardenne. Ciao Luc, ci vediamo a Mandello.

 

Roberto Polleri

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