a cura di Daniela Pesciarelli
Un amico mi propone un Capodanno diverso dai soliti: un viaggio in moto in Tunisia, per giunta. Adoro viaggiare e adoro la moto! Non mi soffermo un attimo a riflettere e accetto. Per me è l’ennesima sfida: tra i partecipanti sono l’unica donna a guidare la moto, ma non mi lascio certo scoraggiare.
Il mio amico ed io partiamo la mattina di Natale, con un po’ di nebbia ma senza pioggia: già basta a rasserenarmi, da Ancona a Genova, non è proprio dietro l’angolo. In hotel a Genova conosco Peppe , l’organizzatore Motoexplora e Luigi, un altro compagno di avventura, che arriva da Cerveteri.
L’imbarco a Genova avviene dopo una pioggia torrenziale; sistemate le moto nella stiva, ci ritroviamo alla reception della nave con gli altri partecipanti per le presentazioni.
Peppe, ci illustra, tra una battuta ed un’altra, le regole da rispettare tassativamente nel viaggiare in gruppo per garantire la nostra sicurezza. Dopo una notte di navigazione, si sbarca a Tunisi, qui conosciamo Hamed, la guida che resterà con noi per tutto il periodo: un signore anziano che da quarant’anni fa questo mestiere, innamorato del suo Paese e profondo conoscitore della sua storia. Si parte in fila indiana per Hammamet dove ci fermeremo la prima notte. Chiedo ed ottengo, essendo l’unica donna “pilota“, di essere tra i primi posti in colonna, mi concedono la seconda posizione!!
Divertente attraversare la città dove tutti ci guardano incuriositi e ci salutano urlando e suonando dai loro motorini semi distrutti. Non so da che parte guardare attratta da tutto quello che mi circonda. A malapena mi accorgo del tramonto, presa come sono a non perdere la mia posizione nella colonna. Arriviamo in albergo che è già buio e l’hotel ci appare come il palazzo delle “Mille e una notte”, vasto ed intricato all’interno, con addobbi per le festività sicuramente affascinanti. A cena la nostra conversazione è poco fluida, siamo ancora degli sconosciuti, provenienti da più parti d’Italia, accomunati da un unico desiderio: divertirsi viaggiando in moto.
Fortunatamente la grande capacità di comunicazione di Peppe, con barzellette e battute, crea un clima di gruppo fin da subito.
Il mattino seguente inizia veramente la nostra avventura dirigendoci verso Kairouan. Rassicurata dalla velocità “da turista”, comincio ad osservare ciò che mi circonda senza perdere di vista sia il compagno che mi precede, sia chi mi segue. La strada è costantemente diritta e per me, che vivo in una regione collinare ricca di curve e tornanti, è facile! Parcheggiamo le moto fuori dalle mura della Grande Moschea: un complesso impressionante, del quale ci racconta la storia il nostro Hamed con grande dovizia di particolari. Sorrido tra me quando, uscendo dalla visita, trovo due ragazze che si fotografano sedute sulla mia moto! La Medina di Kairouan, racchiusa tra le mura di cinta, nasconde un grande mercato dove i venditori cercano di farci apprezzare la loro merce chiamandoci con insistenza. Sosta per il pranzo e partenza per Sbeitla.
Anche oggi il tramonto ci coglie in viaggio, cambiando i colori al paesaggio sotto i nostri occhi. Il mattino seguente visitiamo il sito romano di Sufetula, antica città nota soprattutto per i templi delle tre maggiori divinità romane (Giove, Giunone, Minerva). Il sole allieta la giornata, il clima è mite e la strada costantemente senza curve mi permette di soffermare lo sguardo sul paesaggio che mi circonda: una pianura sconfinata, sabbia, cespugli di piante grasse, suppongo, vista la scarsità di acqua; all’orizzonte una corona di monti?, colline?, dune? non sono in grado di definirle.
Siamo in marcia verso Tozeur, meta della giornata. A Gafsa, dove ci fermiamo per uno spuntino, ci accoglie un traffico caotico e tanta confusione tipici di ogni grande centro. Lungo il percorso incontriamo baracche dove vendono taniche di benzina, galline e altre mercanzie. A fianco della carreggiata, carretti trainati da asinelli sui quali viaggiano famigliole e ancora persone che camminano a piedi ai bordi della strada dove non esiste null’altro che il deserto; mi sono chiesta: “da dove arrivino e, soprattutto, dove vogliono arrivare?
Viaggio osservando un tramonto con colori da favola in un paesaggio difficile da descrivere per la sua bellezza, anche gli odori sono diversi nel breve lasso di tempo che impiega il sole a scomparire all’orizzonte; così improvvisamente anche il calore cede il posto al freddo! Tozeur si presenta all’imbrunire con il suo traffico caotico ma affascinante: auto, motorini, carretti. L’hotel che ci accoglie è bello e confortevole e la cena a buffet molto invitante, come sempre assaggio tutto ciò che è locale: cus cus, cibi speziati ricchi di verdure di ogni tipo.
Il giorno seguente ci dirigiamo verso il deserto, la strada comincia a presentare qualche timida curva ed io comincio a temere per la tenuta delle mie gomme sull’asfalto; tutto perfetto è solo il mio timore di fare brutta figura tra gli uomini!
Ci troviamo nell’Oasi di Montagna. Lo spettacolo è veramente emozionante, un villaggio di case senza tetto dello stesso colore della sabbia, alte colline di fossili marini, nascondono alla vista un paradiso terrestre: attraverso un piccolo valico ci troviamo davanti ad una cascata di acqua, che corro a toccare e scopro tiepida, con un laghetto blu o forse verde a seconda del punto di vista; una corona di palmizi si fa largo tra roccia e acqua; rimaniamo a lungo incantati dall’immagine e scattiamo foto in ogni direzione. Una breve scalata, che alcuni di noi affronta, ci riporta al parcheggio offrendo ai nostri occhi, dall’alto, il panorama di un’area deserta solcata da un’unica strada disegnata con la matita in un foglio color oro. Si riprende la strada di Rommel fino alla Grande Cascata di Tamerza: anche qui il panorama è difficile da descrivere ma l’immagine rimane stampata negli occhi! Ci fermiamo a mangiare la “pizza berbera” godendoci la giornata di sole, assaporando uno squisito tè alla menta con pinoli, fino al rientro a Douz.
Douz è la base di appoggio per la visita nel deserto. La cittadina è molto caratteristica, con la piccola Medina affollata di uomini che a gruppi, seduti in terra avvolti nei loro abiti, giocano a carte. Facciamo acquisiti e Peppe mi aiuta a trattare il prezzo. Il ragazzo del negozio ha studiato e lavorato a lungo in Italia ed è tornato al suo Paese per migliorarlo. Nobile intento, fargli guadagnare poco mi sembra un furto! Ma per loro la trattativa è un rito che va rispettato. Fuori dal suo negozio un fennek, la volpe del deserto: meraviglioso animaletto color sabbia tutto orecchie e coda. Dopo gli acquisti ci si riunisce e si parte per la spaghettata nel deserto. Pochi chilometri: parcheggiamo le moto nella sabbia e ci dirigiamo al centro di un vasto spazio riparato da un paravento di rami di palme. Ognuno di noi collabora all’allestimento della cucina da campo. Simona è bravissima nel cuocere la pasta, abbiamo anche il parmigiano da grattugiare!
Che spettacolo, quante emozioni, sembriamo tanti boys scout alla prima uscita: chi si rotola sulle dune di sabbia dorata, chi si toglie le scarpe per sentirne la sua morbidezza così fine e impalpabile! C’è chi è riuscito a trovare una rosa di sabbia!
Una spaghettata indimenticabile all’insegna di MOTOEXPLORA che abbiamo provveduto a scrivere con i nostri corpi addossati alla duna! Il pranzo è finito con un buon caffè, cantuccini e vin santo offerto dai nostri compagni toscani. Siamo diventati un gruppo meravigliosamente unito: è incredibile quanto possa rendere felici condividere la stessa passione del viaggiare in moto, si scoprono affinità di intenti, di carattere, disponibilità verso gli altri, il clima è totalmente goliardico, nessuno si sottrae alo scherzo.
Ma le emozioni non finiscono qui. Ci attende il cenone di Capodanno. L’hotel organizza uno spettacolo per turisti con aperitivo alle 19.00 molto piacevole: la rappresentazione di un Mariage con danzatrici, suonatori, dromedari e un paio di cavalieri che si esibiscono con grande maestria in sella ad un destriero. Alle 20.00 cena a lume di candela con orchestrina e musica soft … solo fino all’antipasto! Il volume del suono cresce in maniera esorbitante con un ritmo monotono e assordante, non riusciamo più a parlare e siamo costretti ad uscire dalla sala prima della fine della cena. Peccato, tamburi e piffero avrebbero avuto sicuramente un effetto migliore se fossero stati in un ambiente aperto.
Ci auguriamo Buon Anno nella grande sala della reception stappando una bottiglia di spumante. Ci consoliamo facendo un trenino samba ed altri nella sala da pranzo in cui irrpiamo si accodano, lasciando sgomenti gli orchestrali!
Il mattino seguente ci dirigiamo a Tamezret per la visita del villaggio troglodita. A prima vista si intravede solo una serie di colline ma dopo un’attenta osservazione, si scorge una porta profilata di bianco. Ci ospita una famiglia offrendoci del pane da intingere nell’olio e delle olive. Sono i prodotti della loro terra. Le case sono praticamente invisibili, nascoste nella roccia. La distanza dai centri abitati è molta e la famiglia sembra immersa in un mare di solitudine.
A Matmata soggiorniamo in un hotel le cui camere ricordano il villaggio troglodita! Molto suggestivo.
Il clima goliardico del nostro gruppo si afferma sempre di più e lo sfottò fra BMW e l’unica Harey è la colonna sonora quotidiana!
Dal 2 gennaio comincia il nostro inesorabile rientro verso Tunisi. Ci fermiamo ad El Jem per visitare un grande anfiteatro romano. Dormiamo a Monastir e ci svegliamo con un temporale incredibile. Salta la visita della città e, appena spiove, partiamo alla volta di Hammamet ultima tappa del nostro viaggio. Con un taxi ci dirigiamo verso il centro e facciamo gli ultimi acquisti, in una Medina affollatissima, ricca di negozi, coloratissima e molto pulita. Circondata da venditori che mi “assalgono”, abituata per mia natura a non frequentare neppure i nostri mercati cittadini … mi stanco immediatamente e non vedo l’ora di uscire da questa gabbia! Ma è solo una sensazione personale perché le mie compagne di viaggio ne escono sorridenti e divertite, chiedendomi se avevo osservato questo o quello!
Comincio a sentire l’amaro della fine del viaggio, domani mattina a Tunisi ci aspetta la nave …
L’Africa lascerà in me un’impronta indelebile, i suoi colori, le sue tradizioni e le sue contraddizioni nel bene e nel male mi hanno affascinato, facendo nascere in me il desiderio di tornare ancora e approfondire la sua conoscenza.
Questa esperienza sarà indimenticabile, credo non solo per me. Tutti insieme già progettiamo di incontrarci in primavera in Toscana, territorio di mezzo, raggiungibile facilmente da tutti.
In soli 10 giorni, da un paio di dozzine di sconosciuti è uscito un gruppo di buoni amici! Personalmente devo ringraziare tutti perché mi sono sentita circondata di attenzioni e affetto. Grazie di cuore soprattutto a Peppe ed alla sua grande capacità di trasmettere la sua passione, facilitando i legami tra i partecipanti e organizzando un viaggio all’insegna della spensieratezza e della sicurezza totale!
Silvia Trovatelli