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Motociclisti da Bar – Puntata con Nino Di Mauro e si parlerà di off road

Motociclisti da Bar – Puntata con Nino Di Mauro e si parlerà di off road #motociclistidabar

Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova puntata di Motociclisti da Bar.
Oggi racconteremo una storia particolare. Immaginate di essere in giro con la moto e vi viene un’idea un po’ strana, come togliere il catalizzatore… E da lì parte tutta un’avventura.

#motociclistidabar rappresenta un modo unico di vivere l’avventura su due ruote.

Un giorno, attraverso un amico, finisco in una sorta di officina improvvisata. E lì, sorpresa: incontro un vecchio compagno che non vedevo da quasi quarant’anni. Era Nino Di Mauro! Ci siamo rivisti, abbracciati, e sembrava di essere tornati ragazzi.

E allora: “Nino, benvenuto a Motociclisti da Bar!”.
“Ciao Beppe!”, mi risponde lui.

Ricordi di scuola

Il bello è che tutto è iniziato dai ricordi comuni. I banchi di scuola, le prime esperienze insieme, le uscite con i motorini.

Quante volte capitava di svegliarsi la mattina, con la scuola che iniziava alle 8:15, e inventarsi la scusa per non andare a lezione di inglese? Bastava poco: “Oggi facciamo finta di avere un impegno importante” e via, in giro con i motorini verso il mare

Le prime avventure

Poi è arrivato il 1990. Nino aveva 26 anni ed è stato selezionato per un tour motociclistico incredibile, una vera e propria avventura internazionale. Non ci credeva nemmeno lui: “Ho fatto le selezioni senza fiducia, pensavo non mi prendessero mai. Invece, mi sono ritrovato insieme ad altri italiani e piloti europei con moto nuove di zecca. Eravamo in 70, di cui 8 italiani”.

Da lì è partita la sua prima grande esperienza di viaggio-avventura, senza tutta l’organizzazione a cui oggi siamo abituati. C’erano percorsi da affrontare, la polvere, i problemi tecnici, e quella mentalità da “dimostrare chi sei”, tipica dei motociclisti veri.

Gli imprevisti

E gli imprevisti non mancavano: moto danneggiate, riparazioni di fortuna con fil di ferro, cadute e momenti in cui sembrava tutto finito. Ma anche tanto spirito di adattamento e quella testardaggine che ti fa dire: “Andiamo avanti lo stesso”.

Una volta, in Tunisia, si trovò ad attraversare un fiume in piena sotto la pioggia torrenziale. La moto si spense a metà del guado, l’acqua saliva, i minuti passavano, e la Guardia Nazionale si rifiutava di intervenire perché troppo pericoloso. Dopo 40 minuti di panico arrivò un motociclista francese che, con un verricello, lo tirò fuori. Da lì il soprannome di “santo francese”.

Consigli ai nuovi motociclisti

Alla fine, Nino lancia anche un messaggio:

  • Prima di buttarsi nel fuoristrada, è fondamentale fare corsi con istruttori seri.
  • L’abbigliamento giusto fa la differenza: casco, protezioni, stivali, tutto pensato per resistere ma anche per permettere agilità nei viaggi lunghi.
  • Per i primi viaggi meglio affidarsi a chi ha già esperienza. Poi, con il tempo, si può iniziare a esplorare percorsi nuovi.
  • Infine, non serve per forza una moto nuova o costosa: a volte una vecchia moto giapponese sistemata bene vale più di una entry level moderna di bassa qualità.

Conclusione

E così, tra ricordi di scuola, motorini, avventure in Africa, piogge torrenziali e consigli pratici, la chiacchierata con Nino ci ha fatto viaggiare.

Perché alla fine, la moto è proprio questo: un pretesto per vivere storie, incontrare persone e collezionare emozioni.

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