a cura di Maurizio Donatone
Montenegro, Croazia & Bosnia
Avevo già fatto un viaggio in moto nell’ex Yugoslavia, nel 1985, un secolo fa! Di quel giro mi ricordavo diversi posti incantevoli, Dubrovnik e la costa Dalmata, ma soprattutto l’interno con montagne maestose e tranquilli villaggi, lontani dalla caotica costa. Di solito preferisco visitare luoghi dove non sono mai stato, ma il viaggio programmato da Motoexplora “passaggio a sud est”, mi allettava. Tornare a Dubrovnik, Mostar e Kotor e in piu vedere i famosi parchi del Durmitor e del Lovcen mi sembrava una bella prospettiva, poi sapere che il buon Peppe era l’accompagnatore ha fatto salire l’entusiasmo.
Certo fare una vacanza in moto con un tour operator, ai motociclisti duri e puri farà storcere il naso, ma scoprire stradine che pochi conoscono, laghi, paesini e passi montani, che senza Peppe (che fa questo tour da una ventina di volte) non avrei mai trovato, è stato magnifico. Il ritrovo era fissato alla biglietteria del porto di Ancona, dove incontro gli altri. Gruppo piccolo, ma viaggiare in pochi ha i suoi vantaggi, poche file ai distributori, meno tempo perso per le soste pranzo e poi, come si dice, pochi ma buoni! Le pratiche d’imbarco sono rapide e in poco tempo ci sistemiamo nelle cabine, doccia veloce e via sul ponte a vedere un magnifico tramonto e le luci di Ancona che si allontanano.
Dopo una traversata tranquilla, la mattina sbarchiamo a Spalato, usciti dal porto ci immettiamo sulla veloce strada costiera, e dopo una pausa caffè in un bel paesino dal mare verde e trasparente, proseguiamo alla volta di Dubrovnik, l’antica Ragusa Veneziana. Quella delle pause ogni oretta è un rito al quale mi unisco volentieri! Non ho più il fisico per fare le tirate di centinaia di chilometri e il “metodo” Peppe mi piace. Se non ci sono problemi di orario, si guida un’ora o al massimo due, poi sosta tecnica per caffè, visita alla toilette e sigaretta per qualcuno…. Il tutto condito da scatti fotografici a raffica! Lungo la strada osserviamo dall’alto il lago Bac’ina, il primo di una lunga lista di meravigliosi laghi, dai colori incredibili, che raccolgono tutte le sfumature di verde e azzurro!
Dopo il lago, le scorrevoli e invitanti curve della bella strada ci fanno fare un veloce scambio di vedute tra noi e la polizia Croata, questa volta finisce uno a zero per loro, pazienza, staremo piu attenti. Verso pranzo arriviamo a Dubrovnik, la meravigliosa Ragusa, me la ricordavo meno caotica e con meno turisti. Comunque vale la pena di visitarla, parcheggiamo le moto e via lungo i vicoli, le imponenti mura, le belle fontane e i palazzi tutti costruiti con pietra bianca. Shaw scrisse che ” coloro che cercano il paradiso terrestre, devono venire a Dubrovnik” forse aveva ragione. Comunque dopo un veloce giro si riparte verso altri paradisi, Il Montenegro ci attende.
Dopo qualche decina di chilometri, attraversiamo la frontiera abbastanza velocemente e entriamo in Montenegro. Asfalto sempre ottimo , curve panoramiche e in breve arriviamo ad uno degli scenari piu belli del viaggio: Le bocche di Cattaro. Un fiordo ( l’unico del mediterraneo) che si insinua per una trentina di chilometri ,serpeggiando, a bagnare i piedi ad alte montagne. Arrivati a Kotor dove sosteremo tre notti, cerchiamo di risolvere il problema del trasporto bagagli. L’hotel, che è all’interno delle mura, situato nella piazzetta principale, è in zona pedonale. Lasciamo le moto in un parcheggio custodito e mentre decidiamo se fare due viaggi con borse,bauletti, caschi e pacchi vari,o chiamare un taxi, il vulcanico Peppe vede passare una specie di “trattorino” con rimorchi adibito al trasporto dell’immondizia.
Non ci pensa due volte e con una breve trattativa riesce a far trasportare i nostri bagagli fino all’hotel, naturalmente dopo aver fatto foderare il fondo del carrettino con cartone pulito! Kotor è un piccolo gioiello, circondata da mura, con viuzze, chiese e palazzi in stile veneziano, infatti è appartenuta alla serenissima per oltre trecento anni. Il nostro hotel è ricavato nell’ex municipio, nella piazzetta dove svetta la torre dell’orologio, ed ha camere che comunicano con un terrazzo che da sulla piazza dove si può ammirare una parte del centro storico di questo meraviglioso paesino. Il giorno dopo si parte sotto un cielo grigio, infatti dopo pochi chilometri inizia a piovere.
Solito dilemma, mi scafandro stile palombaro o sto leggero evitando soprastivali e sopraguanti? Scelgo di stare leggero mettendo solo la tuta antiacqua, tanto sembra che stia smettendo. Infatti dopo pochi chilometri al posto delle gocce arrivano secchiate d’acqua! Quando mi decido ad indossare tutte le protezioni ho già gli stivali alluvionati e i guanti fradici. Sarà l’unico giorno di pioggia di tutto il viaggio. Nonostante l’umido nelle ossa e sulla strada riusciamo a divertirci, con una bella visita a Bar vecchia, l’antica Antivari, dove ci ritempriamo con un succulento pasto con carne verdure e formaggi. Nel pomeriggio ci infiliamo su una stradina secondaria, che dopo essersi arrampicata su per i monti sbuca su un belvedere da dove si può ammirare il grande lago di Scutari che fa da confine tra Montenegro e Albania.
Posto panoramicissimo e solite decine di scatti. Rientro lungo la costa e sosta per fotografare al tramonto l’isolotto di Sveti Stefan, altra perla del Montenegro. Il giorno seguente visita a Cetine l’antica capitale, che ha più l’aspetto di un paesino di montagna che quello di antica sede della monarchia Montenegrina, dove soggiornavano principi e diplomatici. Ripartiamo un po’ delusi, ma ci rifacciamo in fretta con la bellissima strada, che con una trentina di tornanti ci porta sulla vetta del Lovcen. Anche qui non ci sottraiamo al rito del mega piatto di carne e in un ristorante con un panorama a 360 gradi reintegriamo le energie spese per riuscire a domare tutte quelle curve. Si riparte il giorno dopo da Kotor destinazione Bjelo Polje, lungo la strada facciamo un’escursione su una barchetta al bellissimo parco fluviale di Rijeka Crnojevica, un paesino con un bel ponte di pietra.
Ci rilassiamo mentre la barca scivola lungo il corso del fiume che finisce nel lago di Skutari, fotografando chilometrici tappeti di ninfee. Si riparte con le moto e lungo la strada visita al monastero medievale di Moraca e poi arrivo alla vivace cittadina di Bijelo polje. La mattina dopo si riparte per il pezzo forte del viaggio: il parco del Durmitor. Più bello di ogni descrizione, strade poco trafficate, alte vette con ancora spruzzi di neve e curve su curve, una libidine! Sfogati l’animo motociclistico e quello fotaiolo si procede lungo il percorso con sosta al monastero di Ostrog, dove vengono in pellegrinaggio credenti cattolici, ortodossi e mussulmani. Un bell’esempio di convivenza in una terra con ancora le cicatrici di una guerra folle e inumana. Arrivo in serata nella grigia Podgorica, la capitale del Montenegro.
Il mattino seguente si riparte, destinazione Mostar in Bosnia. Mostar, insieme a Sarajevo devastata dalla guerra , è stupenda. C’è quell’aria orientaleggiante che si respira girovagando per le viuzze, oppure attraversando l’antica via degli artigiani, alzando lo sguardo si intravede sempre qualche minareto. Mostar famosa per l’antico ponte, lo stari most, distrutto dalle cannonate nel 93, e ricostruito nel 94 utilizzando lo stesso materiale e la stessa tecnica. Qui sono famosi anche i tuffatori, che sfidando le fredde acque del fiume e l’altezza, si gettano nel fiume.
Una volta lo facevano per fare colpo sulle ragazze, ora per racimolare un po di soldi. Ingenuamente penso che ,invece di prendersi a cannonate, potevano risolvere le loro guerre con una gara di tuffi…… In questo viaggio ci siamo spesso trovati a parlare della guerra nell’ex Yugoslavia, e sembra impossibile che ci sia stata tanta gente che abbia potuto compiere crimini orrendi, da una parte e dall’altra, che abbia gioito torturando e uccidendo, in una guerra insulsa, che come tutte le guerre, non risolvono niente, ma lasciano solo ferite e cicatrici incancellabili.
A Mostar faremo due notti, così riusciamo a vedere la città vecchia anche nell’atmosfera magica che c’è dopo il tramonto, quando i negozi chiudono e i turisti si diradano, il ponte sapientemente illuminato è ancora più bello e il richiamo del muezzin riecheggia dal minareto. Dopo Mostar si parte per Sarajevo, una veloce galoppata di un paio di ore ci porta nella capitale della Bosnia. Anche Sarajevo è stata devastata dalla guerra, durata più a lungo che a Mostar, ma ormai è quasi tutto ricostruito e solo qualche palazzo ne porta ancora i segni. La visita a Sarajevo include il solito confronto con una megabistecca, adagiata su una lastra caldissima e affogata in un mare di patatine.
Qui addirittura, per riuscire a domarla il cameriere ci fa indossare una specie di bavaglino per bambini, così protetti riusciamo ad aver ragione della succulenta carne ed aiutati da pinte di birra ci sbarazziamo in fretta della meravigliosa fiorentina Bosniaca. Finito il “pranzetto” si va alle ricerca delle ultimi regali da mettere in valigia e il giorno dopo si parte per Spalato dove ci attende il traghetto per Ancona. Lungo la strada il sempre più incredibile Peppe ci propone una deviazione per scoprire una chicca, un lago che nemmeno lui aveva mai visitato.
Un posto,tanto per cambiare, meraviglioso. Le sponde del lago di un verde brillantissimo, le acque con varie sfumature di blu, con riflesso tutto il cielo! Al centro del lago una penisola con una chiesa abbastanza recente, ma che deve essere molto importante vista la folla di fedeli che ascoltava la messa. Ma è già ora di ripartire per Spalato, dove saliamo sulla nave che ci riporterà ad Ancona.
Un viaggio meraviglioso, con un sacco di cose da vedere, con strade motociclisticamente parlando, perfette, cibo ottimo (con Peppe non si sbaglia) e che consiglio a tutti.
Un grazie a Peppe, Daniela e Maurizio per la compagnia e l’amicizia.
Maurizio Donatone