a cura di Lidia Zoppi
Partire per un viaggio è un po’ mettersi in gioco. Le paure si sommano ai timori, i preparativi assorbono il tempo che precede la data fatidica. Poi, magicamente, saliti sulla moto, il rombo del motore cancella le noie e regala interminabili gioie. In questo viaggio però ho avuto il privilegio di sommare le mie gioie a quelle di tanti altri e il risultato è una sorta di “piacer che ancor non m’abbandona”. Sorrido ricordando alcuni momenti felici, inaspettati.
Da anni sognavo di fare questo viaggio. “Sicilia in moto”. Ma come tutti i sogni poi nel tempo sfumano e perdono colore. Poi improvvisamente “ho visto la luce”. Un’agenzia di “viaggi in moto”, siciliana, che organizza un motogiro in Sicilia!!!
Imperdibile.
Pochi accordi con la mia compagna di avventure e via si parte. Ora a distanza di qualche settimana non mi sembra ancora vero. I nomi dei luoghi si accavallano e si confondo. I colori e i profumi però assolutamente restano vividi.
I volti dei miei compagni di viaggio, pure.
Difficile dire cosa mi aspettavo da questo viaggio. Forse nulla di tangibile. Tante emozioni. Il fatto di aver solcato quelle strade in moto rende tutto più magico. Mi sento un po’ la fata che solca i cieli a cavallo della scopa. Forse … una strega… Beh fa lo stesso, la magia non cambia.
Il viaggio inizia sotto una pioggia battente. Che costringe quasi a fermarsi. Iniziano le domande sul senso di tanta fatica.
Si continua. Si arriva di notte e ci aspetta una cena pantagruelica che ci proietta, boccone dopo boccone, nell’intimo dell’essenza del luogo. Vera libidine. La vera meraviglia inizia il giorno successivo. E’ caldo, gli odori di una terra diversa, i colori che avvolgono, le colline, le rocce. Tante rocce, non immaginavo. Il terreno è quasi tutto coltivato. Anche i declivi impervi. Non immaginavo. Chilometro dopo chilometro l’immaginazione si dissolve ed appare la realtà. Fa capolino il mare ed ora la gioia è completa. E’ la prima vera tappa di questa settimana e me la voglio godere appieno E che tappa, Cefalù. Prima tappa, primo cannolo. Ma dove sono capitata? Queste vie strette e piene di palazzi. La cattedrale poi, lascia a bocca aperta. Mi aggiro tra i vicoli pian piano e respiro aria di mare, di storia e di un passato pieno di gloria. Mi piace, mi sento bene. E’ la sensazione migliore quando si è in vacanza.
La strada riprende. Il torpedone di moto che si snoda davanti e dietro di me mi fa sentire ancora meglio. Sicura. Mi permette di guidare serena e di guardarmi attorno per incamerare più immagini possibili. Come fare più foto possibile e poi archiviarle mentalmente come un tesoro da custodire gelosamente e rivedere una volta che il viaggio è finito. Non avevo considerato però che avrei incamerato più emozioni e volti di persone che paesaggi. Me ne sono resa conto il giorno successivo. Quando arrivati a Novara di Sicilia, la vera Sicilia si è manifestata con le sue gioie, i suoi dolori, ma soprattutto attraverso le persone.
Ho ascoltato e visto tante cose ma non riesco ad esprimere a parole la grandezza che tutto ciò mi ha trasmesso. Il recupero del territorio legato al recupero di dignità. Anche qui bellissimi palazzi, tantissima storia ma soprattutto la volontà di dare nuova vita alle cose. Il recupero dei mulini con i vecchi metodi di macinatura. Recupero delle colture con la coltivazione di grani antichi, le zucchine spinose. Recupero del teatro per la diffusione della cultura. Non mi sento nemmeno una turista. La mente si addentra talmente nelle pieghe del luogo che rischio di sentirmene parte. Ho un’unica certezza.
Ci voglio tornare. Voglio respirare quest’aria di positività e questa energia che dovrebbe essere il motore di tutti noi. Anche solo prendere il caffè da Angelina diventa un evento. Tante risate per il suo “essere milanista”, i dolcetti fatti con le sue mani, che offre col cuore.
Emozione dopo emozione la strada riprende. Colline e poi monti e curve e nuvole e poi di nuovo il mare. Quei faraglioni sono incantevoli e mi costringono ad un aperitivo pre cena per ammirarne tutta la bellezza. E’ Acitrezza e non riesco a capacitarmi del fatto che qui, ad ottobre, è piena estate. Me ne rendo pienamente conto passeggiando tra i vicoli di Taormina e cenando all’aperto al suono della chitarra che allieta la serata.
Dì la verità Peppe, non ti aspettavi che nel gruppo si annidasse un sana vena di follia e che i Nordici potessero sentirsi così Siculi in tempi così brevi?
Il tempo scorre così come la strada che mi si para davanti giorno dopo giorno. Si sale sull’Etna e il paesaggio lascia incantati forse al pari delle curve che deliziano i motociclisti bramosi di “pieghe”. Gli incontri continuano, la gente è vera e racconta i suoi aneddoti che tra il serio ed il faceto mi fanno sorridere e meditare. Poi ci addentra nelle valli del barocco e scopro luoghi impensabili come Noto e Modica. Ma le sorprese si susseguono giorno dopo giorno e visitiamo la villa Romana del Casale a Piazza Armerina.
Ma il giorno successivo ci aspetta la Valle di templi. Che dire? Qui il tempo scorre tra pranzi di squisitissimi arancini con il cuore di pistacchio o sugo, cannoli con crema di ricotta, immense grigliate di carni e cene di squisito pesce, colazioni di granita e mega brioche. Sembra retorica visto che potrebbero sembrare ovvietà, trovandosi in Sicilia. Vi assicuro però che il mix tra luoghi e cibo mai come in questo viaggio ha trovato un connubio che ha reso grande “esserci”.
Ha creato coesione tra le persone e gioia di condividere. Ma quando mai capita di fare un pic nic sulla scogliera della “scala dei turchi”. Un semplice pezzo di pane e formaggio con le olive diventa un pranzo gourmet. Non scorderò mai il sapore dell’uva mordicchiata sulla collina di fronte a Modica o della granita a Sciacca. Poi la strada improvvisamente finisce e mi rivedo sulla spiaggia di Mondello, a mangiare una pizza, con la moto carica parcheggiata al di là della strada, per non perderla mai di vista.
Come ci hanno consigliato i vigili del luogo. I compagni di avventura sono un po’ abbacchiati per l’aria di rientro che aleggia su di noi. Saliamo sulla nave. Il gruppo di è dimezzato perché metà è sbarcata a Napoli e noi proseguiamo verso Genova. La mente inizia già fare dei bilanci. Il cuore piange la perdita. Mi son piaciute tanto le risate e le danze, la grappa con la cioccolata, dopo cena. Le donne sedute a cena da un lato del tavolo che ridono scambiandosi ricette e barzellette mentre i maschi dal lato opposto parlano di moto e motori. In realtà, facendo un bilancio, mi sento una motociclista fallita. Gioisco però alla sensazione di essermi sentita, per la prima volta, una mototurista vera. Ho trovato la mia vocazione nella vita.
Viaggiare è immergersi in un’altra vita, è assaporare un’altra conoscenza, è regalare parte di te alle persone che incontri e ricevere, parte di loro. Ma l’esperienza più GRANDE di questo viaggio è ciò che ho ricevuto dalla STUPENDA gente di SICILIA. Grazie lamps
Lidia Zoppi